Tanti consensi ed ennesimo successo di partecipazione per la 17° edizione della “Festa della cicerchia” di Serra de’ conti che, da giovedì 21 a domenica 24 novembre 2013, ha ospitato una lunga serie di appuntamenti.
L’appuntamento, svoltosi dal 21 al 24 novembre scorsi, è giunto alla sua 17° edizione e, come da tradizione, ha proposto una serie di eventi ed appuntamenti per celebrare la cicerchia: un legume che per secoli ha fatto parte della cultura alimentare delle campagne marchigiane.
La cicerchia è un legume povero con la buccia dura, il sapore meno delicato dei ceci, e con un uso meno versatile rispetto ai fagioli.
Non ha bisogno di particolari cure, resiste bene anche alla siccità. Come tutti i legumi ha un buon rapporto proteico, pochi grassi, molti amidi.
Nelle campagne del passato, si ricorda – dopo la semina a primavera di fagioli, ceci, cicerchia, generalmente tra il granoturco, per sfruttare i piccoli spazi esistenti tra un solco e l’altro – che ad agosto si passava al raccolto. In estate si strappavano dal suolo gli arbusti interi carichi di baccelli ormai maturi, si facevano dei fasci, si caricavano sulle spalle e si portavano nell’aia. Venivano poi appesi su una parete assolata fino a che, da lì a qualche giorno, fossero pronti per la battitura. La cicerchia veniva quindi ventilata a mano. Avere fagioli, ceci e cicerchia era una garanzia per l’inverno, ed ogni donna sapeva governare le risorse della casa.
A distanza di anni, nonostante le nuove e moderne tecniche agricole, a Serra de’ Conti, si coltivava ancora la cicerchia, quella minuta e saporita di una volta, e non quella grande insipida che le multinazionali fanno coltivare nel Centro America, per lo più per l’alimentazione animale.
E così a Serra de’ Conti si è deciso, da 17 anni a questa parte, di mantenere questa meravigliosa tradizione organizzando una grande festa ogni fine novembre. Tutto questo permette di assaporare la vera cicerchia, servendola fumante, d’inverno, dentro una calda pagnotta con un filo d’olio extra vergine di oliva e i profumi dell’orto. La cicerchia dolce della Marca di Ancona.
La festa della cicerchia di Serra de’ Conti è cresciuta negli anni legando storie e sapori, riportando alla memoria i valori del mondo contadino, facendo incontrare produttori locali con quelli di altre regioni in un clima tranquillo e gioioso per salvaguardare i prodotti locali a rischio di estinzione.
Anche questa edizione si è svolta nel centro storico del paese, all’interno delle vie e delle mura medievali. Un vero gioiello che ha mantenuto quasi intatto l’impianto urbano medievale ed è tra le terre murate meglio conservate della provincia di Ancona.
D’altra parte, Serra de’ Conti mantiene entro le mura il sapore e la suggestione di altri tempi: fra vicoli e piazzette, si snodano le numerose e caratteristiche cantine, grotte, locande, osterie dove, oltre alla “Regina cicerchia” è stato possibile assaporare altri numerosi piatti della tradizione culinaria marchigiana: zuppe, maltagliati, vincisgrassi, passatelli, pancotto, cresce di polenta, trippa alla canapina, scottiglia di cinghiale, coratellina d’agnello, fave in potacchio, guanciale saltato con aceto e salvia, ciambellone e vino di visciola, caldarroste e lupini… in un tripudio di colori e sapori, da assaporare con ottimo verdicchio delle aziende locali.
La 17° edizione della Festa della cicerchia ha puntato l’attenzione anche sull’artigianato tradizionale, mettendo in mostra lavori in legno e in vimini, pizzi e merletti, cucito e ricami, terrecotte e lavorazioni in vetro insieme ai prodotti gastronomici degli agricoltori custodi, dalla cipolla di Suasa alla favetta di Fratterosa, dai legumi di Appignano al miele, dalle tisane alle confetture, dal vino all’olio di oliva.
La festa ha conosciuto anche altri momenti di allegria con gruppi folkloristici, artisti di strada, cantastorie, stornellatori che hanno sfilato per le vie del centro e si sono esibiti agli angoli delle piazze.
Come ogni anno, anche in questa edizione si è dato spazio ad un ospite d’onore. Da Agrigento sono arrivate le dolcezze di Sicilia con cannoli e cassatine, arancini e marmellate di agrumi, dolci alla mandorla ed al pistacchio, insieme ai formaggi della ormai rara capra girgentana.
E’ stato anche assegnato un “Premio per la Biodiversità agroalimentare nelle Marche”, giunto all’ottava edizione, istituito per far conoscere chi sul territorio regionale lavora quotidianamente per ridare centralità a un cibo buono e pulito, produce rispettando la terra e l’ecosistema, difende l’agro-biodiversità e la qualità dei prodotti.
Un ulteriore elemento di novità introdotto in questa edizione è stato l’incontro internazionale tra due comunità del cibo: da Serra de’ Conti a Kobarid, cittadina situata nel nord della Slovenia.
Insomma tanti eventi nell’evento, tutti per celebrare la cicerchia, posta nuovamente e giustamente all’attenzione di gastronomi, ristoratori e amici della buona tavola: tutti desiderosi di riscoprire i sapori ed i piatti della nostra storia.
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