Il 20 maggio 2013 verrà ricordato come una data storica per Ripe, Castel Colonna e Monterado. Quel giorno, infatti, a seguito di un referendum, il 92,27% dei cittadini votanti si è espresso favorevolmente alla fusione tra i tre Comuni, aprendo un percorso che ha poi portato alla nascita di Trecastelli.
Una scelta vincente che ha premiato l’intuito, il coraggio e la lungimiranza degli amministratori che, lavorando in anticipo rispetto a centinaia di altri Comuni italiani, hanno ottenuto, grazie alla fusione, una lunga serie di vantaggi. Dal 2013, insomma, tre Comuni uniti per una migliore gestione associata di funzioni e servizi e con la consapevolezza che questa era l’unica strada per ottimizzare le risorse e razionalizzare il sistema, coinvolgendo una popolazione di quasi 8 mila abitanti.
Il fenomeno delle fusioni, trascurabile tra il 2000 ed il 2010, è cresciuto grazie ad appositi interventi legislativi.
A livello statale , i riferimenti normativi hanno da un lato garantito decisivi incentivi, dall’altro la delega del procedimento alle regioni.
La legge 27 dicembre 2013, ha poi previsto un ulteriore incremento del contributo.
Nello specifico, a Trecastelli la fusione ha garantito un finanziamento straordinario dallo Stato commisurato al 20% dei trasferimenti erariali, pari a 350.000 euro l’anno per dieci anni.
La Regione Marche ha invece quantificato il proprio contributo per la fusione in 280.000 euro l’anno per 10 anni.
Trecastelli è insomma una caso nazionale e, cosa è accaduto e quanto si è risparmiato e razionalizzato a seguito della fusione, trova riscontro anche dall’Università degli studi di Urbino “Carlo Bo” dove – presso la facoltà di economia – è stata discussa e depositata la tesi di laurea di Simone Righi “Effetti economico sociali delle fusioni tra piccoli comuni”.
Nella storia italiana, il primo caso di fusione tra comuni trova riferimento al lontano 1862, quando viene istituito il comune di Formia, città in provincia di Latina, nel Lazio, che conta oltre 36 mila abitanti.
Le vicende storiche raccontano che, dopo 42 anni, i borghi di Mola e Castellone, sino ad allora appartenenti a Gaeta, su autorizzazione del prefetto e delibera del Real Governo, assunsero il nome di Formia, anziché di Mola e Castellone.
Ma Formia resta un episodio storico e senza seguito. La storia recente, analizzata nella tesi di laurea di Simone Righi, porta invece al cosiddetto “caso Trecastelli”, comune della provincia di Ancona di quasi 8 mila abitanti.
Trecastelli è stato istituito con la legge regionale n. 18/2013 che ha sancito la fusione di Ripe, Castel Colonna e Monterado, ed è operativo dal 1° gennaio 2014. Da questa data i tre comuni precedenti hanno cessato di esistere e i vecchi nomi figurano solo come municipalità.
Dall’analisi dei bilanci, si può confermare che a Trecastelli si è registrato un effettivo risparmio sui servizi, che si evidenzia chiaramente dai dati dei bilanci 2013 – 2015.
Per organi istituzionali, partecipazione e decentramento, i tre vecchi comuni costavano oltre 107 mila euro, mentre con Trecastelli circa 69 mila euro, e quindi con un vantaggio economico di più di 38 mila euro.
Per segreteria generale, personale ed organizzazione, si è passati da 531 mila euro di spesa a poco meno di 394 mila con un risparmio di 137 mila euro circa.
Le cose sono andate anche meglio per gestione economica, finanziaria e programmazione, dove di fronte alle vecchie spese di 228 mila euro si è passati a 165 mila e dunque con una riduzione di oltre 63 mila euro.
La gestione delle entrate tributarie e fiscali non deve essere confusa con le entrate del Comune relative alle tasse richieste. Nel raffronto 2013 – 2015, in virtù delle diverse regole contabili e finanziare succedute, si registra un risparmio di 25 mila euro.
Per quanto riguarda la voce “Gestione dei beni demaniali e patrimoniali”, è stato deciso di effettuare un’intera revisione del patrimonio comunale, così da inventariare in modo analitico tutti i beni mobili e immobili. La differenza è di circa 8 mila euro.
Con l’ufficio tecnico c’è un aumento di 13 mila euro.
Con l’anagrafe e stato civile, un risparmio di addirittura 79 mila euro.
Per altri servizi generali si evidenzia un + 21 mila euro. Significa che si è ridotta la spesa corrente perché sono state fatte delle economie sulla gestione dei servizi (spese di supporto).
Al contrario, le spese per l’erogazione dei servizi sono aumentate di circa 68 mila euro. Insomma, un risparmio complessivo di oltre 300 mila euro.
Analizzando le varie funzioni di spesa, emerge insomma che il risparmio decisivo avviene nelle spese di amministrazione, gestione e controllo. Come detto, qui si è effettuata una riduzione di oltre 300 mila euro con un’incidenza sul totale delle spese correnti in calo del 4,95%.
In definitiva, la fusione ha determinato l’inizio di un processo che sta progressivamente portando al calo delle spese di supporto, a favore di quelle di erogazione di servizi ai cittadini.
Le spese calate, nelle quali avviene il risparmio decisivo per l’intero comune, sono quelle relative agli organi istituzionali, segreteria generale, gestione economico finanziaria, programmazione e controllo di gestione, gestione delle entrate, gestione dei beni demaniali, ufficio tecnico, anagrafe, stato civile, elettorale, leva e servizio statistico, seguite da quelle legate alla segreteria generale, personale e organizzazione e agli organi istituzionali, partecipazione e decentramento.
Immediatamente a seguito della fusione, a Trecastelli è stata attuata una riorganizzazione degli uffici che, attraverso corsi di formazione, informatizzazione ed un lavoro in team (che non era ovviamente possibile prima), ha portato ad una maggiore efficienza. Senza dimenticare gli importanti investimenti legati ai servizi offerti ai cittadini, come l’acquisto di nuovi scuolabus nell’ambito del trasporto scolastico unico, interventi sul territorio legati al miglioramento delle condizioni delle strade comunali e delle scuole, ristrutturazione ed ampliamento dell’organizzazione del corpo di polizia municipale per renderlo adatto alle esigenze di una realtà più grande.
E naturalmente, la possibilità di investire continuamente nel sociale, nei lavori pubblici e nella cultura.
Contemporaneamente, è aumentata la spesa legata alla diretta erogazione di servizi. Ma, nonostante questo, la spesa corrente è ugualmente diminuita.
L’analisi generale dell’andamento della spesa 2013 – 2015 ed il confronto in base a funzioni di spesa corrente, determina per le spese di line un’incidenza del 72% per Trecastelli, rispetto al 67% che avevano i vecchi comuni.
Il totale generale porta però, nonostante nuovi investimenti e servizi, ad un risparmio di oltre 231 mila euro.
A distanza di due anni dalla fusione, si può insomma ritenere che Trecastelli abbia registrato una razionalizzazione delle spese e, soprattutto, che il “processo d’integrazione post-fusione”, potrà portare nel tempo ad un’ancora maggiore ottimizzazione con il consolidamento dei benefici di:
revisione della spesa
maggiori entrate nelle casse comunali legate a trasferimenti statali
maggior peso politico del nuovo comune
integrazione delle politiche precedentemente sviluppate
miglioramento della qualità dei servizi
Nessun Commento