La festa della Cicerchia di Serra de’ Conti compie 20 anni ed ha reso ancora più suggestiva questa importante ricorrenza con un’edizione capace di fondere sapientemente cultura del cibo, momenti di riflessione sulla biodiversità nell’agroalimentare, gioiosa convivialità e sereno benessere.
Cibo, sociale e territorio: tre elementi costitutivi dell’identità storica e culturale, dei quali è fondamentale occuparsi sempre con attenzione, equilibrio e senso di responsabilità verso il futuro.
Una kermesse bellissima sotto ogni punto di vista che, come consuetudine ha richiamato nel borgo cittadino di Serra de’ Conti in provincia di Ancona migliaia di visitatori, soddisfatti per aver potuto degustare i piatti tipici e le delizie culinarie dell’appuntamento, iniziato lo scorso 25 novembre e proseguito sino al 27 novembre.
Oltre alla tre giorni di Serra de’ Conti, la regina dei legumi poveri ha avuto un’anteprima di grande importanza in occasione dell’assegnazione del Premio per la Biodiversità nell’Agroalimentare delle Marche.
In effetti, quest’anno la tradizionale zuppa di cicerchia, piatto simbolo di Serra de’ Conti, è stata consumata anche ad Amandola lo scorso 20 novembre nell’ambito dell’assegnazione di un riconoscimento a all’Azienda Agricola Marchese Marino di Monte San Martino in provincia di Macerata. Un’azienda che ha un proprio caseificio e produce formaggi pecorini freschi e stagionati alle falde dei monti Sibillini.
Amandola, in provincia di Fermo, è un Comune di meno di 4 mila abitanti dove, a seguito delle recenti scosse sismiche, alcune centinaia di persone non hanno più un’abitazione. Per testimoniare la vicinanza dei cittadini di Serra de’ Conti a quelli di Amandola, è stata organizzata questa lodevole iniziativa all’interno della zona stadio, dove sono stati allestiti i servizi di emergenza ed accoglienza.
Il Premio, istituito da Slow Food in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, e giunto alla sua 11° edizione, si colloca nell’ambito del Gemellaggio promosso dal Comune di Serra de’ Conti con le popolazioni terremotate, quale gesto di vicinanza con gli amandolesi insieme ai quali è stata consumata la zuppa, e in continuità con l’aiuto concreto portato in questi giorni dal Gruppo comunale di Protezione Civile di Serra de’ Conti, che merita un ringraziamento speciale per lo spirito di servizio e la solidarietà.
La cicerchia, com’è noto, è un umile ed antico legume che cresce anche nei terreni marginali e più impervi. Simboleggia quindi la volontà di resistere, di riprendersi dalle condizioni sfavorevoli, di andare avanti anche nelle situazioni più difficili. Nel caso specifico costituisce quindi non solo un gesto solidale ma anche un messaggio positivo, di stimolo ed incoraggiamento a tutte le popolazioni colpite dai drammatici eventi sismici.
A Serra de’ Conti tutti rispettano ed amano la cicerchia, perché nessuno dimentica che questo legume povero, con molti amidi e pochi grassi e proteico (superiore del 30% a quello di ceci, piselli e lenticchia) ha sfamato tantissime generazioni di marchigiani nei periodi di carestia.
Ed a Serra de’ Conti la gente è particolarmente orgogliosa di queste radici contadine al punto da coltivarla ancora con le tecniche del passato per vederla nascere minuta e saporita. Nello splendido centro storico di impianto duecentesco di Serra de’ Conti, racchiuso da una cinta muraria spezzata da dieci torrioni – uno dei gioielli meglio conservati di tutte le Marche – ha così preso vita una manifestazione, che dopo 20 anni, può ormai considerarsi storica.
E pensare che la cicerchia, divenuta oggi elemento di identità delle terre del Verdicchio, fino a pochi anni fa era considerata un legume in via di estinzione.
D’altra parte, la tenacia degli agricoltori di Serra de’ Conti ha permesso la salvaguardia e la valorizzazione di un prodotto considerato in via di estinzione. Originaria del Medio Oriente, già apprezzata dai Greci, conosciuta e ampiamente utilizzata dagli Antichi Romani che la chiamavano “cicerula”, nelle Marche, la cicerchia si semina tradizionalmente nel “giorno cento” dell’anno, ovvero all’inizio di aprile. Ma a sorprendere sono la sua versatilità in cucina e il gusto che riesce a regalare a molte ricette. Nei tre giorni di Festa, tantissime le specialità che è stato possibile assaggiare nelle antiche cantine, grotte, locande ed osterie di Serra de’ Conti, con piatti a base di cicerchia e non solo: tutto il meglio della tradizione marchigiana.
L’artigianato tradizionale ha invece messo in mostra lavori in legno ed in vimini, pizzi e merletti, cucito e ricami, terrecotte e lavorazioni in vetro, grazie anche a vecchi mestieranti che, con il loro ‘saper fare’, hanno ridato vita ad antiche lavorazioni che stanno ormai scomparendo.
Come sempre, erano presenti i produttori agricoli, tra i quali gli “agricoltori custodi” con le loro tipicità, tra cui la cipolla di Suasa, la favetta di Fratterosa, i legumi di Appignano, il pomodoro da Serbo, il miele, le tisane, le confetture, il vino e l’olio di oliva. Solidali con le zone colpite dal sisma, sono stati ospiti alcuni produttori provenienti dai comuni terremotati di Amandola e Castel Sant’Angelo sul Nera. Inoltre, presso la Chiesa di S. Michele, è stata allestita la mostra fotografica “Una foto per Castelluccio” a cura dell’artista senigalliese Piergiorgio Moretti, prima tappa di un tour regionale in collaborazione con l’Unpli e le Pro Loco.
La mostra è un omaggio a Castelluccio di Norcia per ricordare il borgo e il paesaggio circostante come era prima del terremoto e sono state presentate 40 foto formato 30 X 45 e due foto formato 70 X 100. Il ricavato della vendita delle fotografie sarà devoluto alle popolazioni colpite dal terremoto. A riguardo è stata raccolta la somma di 853 euro.
Per mantenere vivo il legame tra il passato e il futuro, hanno partecipato anche le scuole locali e l’Istituto Istruzione Superiore Morea Vivarelli Azienda Agricola Fabriano.
Anche stavolta non è mancato l’ospite d’onore, per questa edizione proveniente dal profondo sud.
I rappresentanti della Condotta Slow Food della Calabria hanno portato a Serra de’ Conti prodotti di eccellenza: miele, mandarini, un ottimo zibibbo secco, i migliori salumi della Calabria, l’antico pecorino del poro ed il pane jermanu. Prodotti che i visitatori hanno potuto conoscere, acquistare e degustare.
Il ricco programma di eventi e intrattenimenti ed animazione, ha visto protagonisti artisti e bande di strada, stornellatori e cantastorie che hanno sfilato per le vie del centro e si sono esibiti agli angoli delle piazze.
Tra questi: ‘La cantina del zi’ Socrate’ con musica dal vivo itinerante, la ‘Zastava Orkestar’ ed ‘Abbanda’ gruppi musicali (fiati) per le vie del centro storico e la compagnia circense ‘Los Sonambulos’ con esibizioni varie.
E poi tantissimi artisti locali come:
Il “Bandino” di Serra de’ Conti con musica itinerante.
Il Gruppo Folkloristico “Scacciapensieri” con musica folkloristica itinerante.
Il Gruppo Folkloristico “La Damigiana” con cantastorie e musica folkloristica itinerante.
La Baticum Band con musica dal vivo.
I Trampoline, trampolieri itineranti per le vie del Centro Storico.
La Martinicchia”, con cantastorie e musica folkloristica itinerante.
Siriana & Siriana con musica dal vivo.
Il Gruppo Folkloristico “Li Matti de’ Monteco’ con musica folkloristica itinerante.
Locanda fori dal comune con musica dal vivo.
NUSEF, per i più piccoli con accoglienza, animazione e trucca bimbi.
Il Gruppo Bassa Musica Città di Molfetta (in provincia di Bari) con musica folkloristica itinerante.
Ishaamanka Mi la Dance con esibizioni di hip – hop
La scuola Media con lo spettacolo esibizione “L’amore e l’amicizia in musica”.
Forum Dance, gruppo folkloristico con musica itinerante.
Patrizio Luminari DJ dal vivo.
Senza dimenticare gli intrattenimenti con musica dal vivo e registrata nelle cantine presso:
Locanda fori dal comune
Quelli del 6 incondotta
Padronsi
Cantina Verdeacqua
Cantina Letteraria dell’ex Frantoio musica dal vivo (ven-dom)
Quelli della Guanciola
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